L'estrazione del carbone, storicamente, è stata un'attività estremamente pericolosa.
La legislazione in materia di sicurezza sul lavoro è stata ovunque a lungo assai carente in campo minerario
Fu proprio nelle miniere di carbone che avvennero i più gravi incidenti minerari negli Stati Uniti d'America (Monongah, West Virginia, 6 dicembre 1907, 362 vittime) e in Europa (Disastro di Marcinelle 8 agosto 1956 , 262 morti, Courrières, Francia, 10 marzo 1907, 1099 morti).
I rischi di miniere a cielo aperto sono principalmente l'insufficienza nelle pendenze, i crolli sotterranei dei tetti della miniera e le esplosioni di gas. La maggior parte di questi rischi possono essere ampiamente ridotti nelle miniere moderne e i molteplici incidenti fatali sono adesso rari nel mondo sviluppato.
Miglioramenti nei metodi estrattivi (per esempio estrazioni lungo il muro), drenaggio del gas, lampade di sicurezza e l'aerazione hanno ridotto molti di questi rischi. Nei paesi meno sviluppati, comunque, muoiono ancora in migliaia in miniere di carbone.
La Cina particolarmente è il leader mondiale nelle morti collegate all'estrazione del carbone, con stime ufficiali di circa 6000 morti nel 2004. Stime non ufficiali pongono le cifre molto più in alto, circa a 20.000 morti. La Cina è inoltre il leader mondiale nella produzione di carbone e nel suo consumo.
Le malattie croniche ai polmoni, come la pneumoconiosi sono comuni ai minatori, causando un'aspettativa di vita ridotta per gli occupati.
Solamente negli ultimi mesi del 2010, sono state rese pubbliche le notizie di diversi incidenti in diverse miniere. Il 16 ottobre 2010 il disastro in provincia di Henan in Cina, causato da un'esplosione di gas e polvere di carbone, l'esplosione ha provocato la morte di 37 minatori. Scenario simile in Cile dove 34 minatori sono rimasti intrappolati in una piccola miniera nel nord del Cile, a 450 km da Santiago, salvati miracolosamente solo dopo due mesi e dieci giorni di agonie. Lo stesso non è stato invece possibile notificare per i minatori della Pike River Mine in Nuova Zelanda, dove nel novembre 2010 hanno trovato la morte 29 minatori.
Le nuove sfide rivolte ad uno nuovo sviluppo sostenibile legato alle energie da fonti rinnovabili, vuole mirare anche ad una qualità lavorativa lasciando al passato i disastri causati dalle fonti fossili, principalmente i disastri ecologici causati da petrolio e carbone.
L'estrazione del carbone provoca frequentemente impatti ambientali significativamente diversi. L'industria mineraria a cielo aperto distrugge tipicamente molto del valore ambientale nel terreno attraverso cui passa. Tutte le forme di industria mineraria generano con ogni probabilità aree in cui il carbone viene impilato e dove il carbone ha un contenuto solforico significativo, come i cumuli di carbone che generano un drenaggio acidico particolarmente ricco di metallo quando viene esposto a precipitazioni piovasche normali. Questi liquidi possono provocare gravi danni ambientali ai corsi d'acqua ricettori. Inoltre i mucchi di scorie sono soggette a scivolamenti, come il disastro di Aberfan che ha ucciso 144 persone nel 1966.
(da http://www.wikipedia.org/ )
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