25 febbraio 2011

GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA 2011


Sarà l’Agenzia delle Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani (UN HABITAT) a coordinare il 22 marzo 2011 le iniziative per la Giornata Mondiale dell’Acqua, con tema “Acqua per le Citta’: come rispondere alle sfide dell’urbanizzazione”.
La Giornata Mondiale dell’Acqua del 2011 vuole essere un’opportunità per incentivare governi, amministrazioni locali, organizzazioni pubbliche e private, banche, associazioni e comunità di tutto il mondo, ad attivarsi nei confronti di problemi quali le risorse idriche e i rifiuti in ambienti urbani.
Oggi nel pianeta un abitante su due vive in un contesto urbano e le città crescono a ritmi incessanti. Il 93% dei processi di urbanizzazione avviene nei paesi più poveri o in via di sviluppo. Nel 50% dei casi le città si espandono a seguito di un aumento della popolazione, nel 25% per migrazioni da aree rurali e in un restante 25% a causa dell’inglobamento di terre rurali in aree urbane.
La crescita urbana mondiale e’ rappresentata in gran parte dall’espansione di quartieri poveri che crescono ad una velocità straordinaria: si prevede che nel periodo 2005-2020 questi aumentino  la loro popolazione con una media di 27 milioni di persone all’anno, a livello mondiale.
Gestire una città e’ molto complicato: è necessario adottare un approccio differente a seconda del tipo di contesto urbano con il quale ci si deve confrontare. Tra le sfide che una città deve affrontare, oltre a quelle più strettamente sociali e strutturali, assumono sempre più rilevanza quelle ambientali
Uno dei fattori critici dell'amministrazione di una città è proprio la gestione dei servizi igienico-sanitari e delle risorse idriche. Sono poche le amministrazioni locali che, in particolare nei paesi in via di sviluppo, hanno trovato una soluzione sostenibile alla questione dei servizi idrici urbani, spesso inficiata anche da problematiche di inquinamento delle acque.
E’ inoltre sempre più evidente che il settore idrico subirà gli effetti del cambiamento climatico, soprattutto a causa dell’impatto di inondazioni, siccità e altri eventi di natura estrema. Si prevede che la disponibilità delle risorse idriche subisca cambiamenti sia sul piano qualitativo che quantitativo con conseguenti complicazioni nella realizzazione delle reti di distribuzione, l’interruzione dei servizi e la crescita dei costi per i servizi idrici e di raccolta delle acque reflue.
Sotto altri aspetti l’urbanizzazione  presenta comunque maggiori opportunità di economie di scala e di sviluppo delle infrastrutture rispetto a quelle conseguibili nelle aree rurali.
The world is drainingLe città del futuro godranno di una gestione urbana integrata. Per quanto riguarda l’acqua questo potrà significare l’adozione di tecnologie più efficaci per il trattamento delle acque, un aumento del riutilizzo delle acque, una migliore gestione della richiesta e la minimizzazione dell’inquinamento ambientale.
In questo contesto l’obiettivo della Giornata Mondiale dell’Acqua 2011 e’ attirare l’attenzione della comunità internazionale sulle sfide e sulle opportunità rappresentate dalla gestione dell’acqua in contesti urbani. Si vuole sensibilizzare il mondo sulle avverse condizioni globali riguardanti la gestione delle acque e incoraggiare chi e’ investito di potere decisionale a cogliere le opportunità per affrontare tali sfide. Mostrando i casi di successo si tenta di incoraggiare i decisori ad intraprendere e sostenere riforme ed approcci che guardino al futuro.
Per capire quali siano le reali sfide rappresentate dalla gestione urbana delle risorse idriche, la Giornata Mondiale dell’Acqua 2011 affronterà cinque aree tematiche fondamentali:
  • L’Urbanizzazione: l’impatto della rapida crescita della popolazione urbana e di quella nelle aree più povere.
  • L’inquinamento: l’impatto dell’industrializzazione, l’inquinamento delle acque e il degrado ambientale.
  • Aspetti amministrativi e gestionali: come implementare e sostenere le riforme urbane volte alla gestione delle utenze e al miglioramento della governance.
  • Gli investimenti economici: la necessità di incrementare gli investimenti nel settore idrico urbano, nei servizi igienicosanitari, nella gestione delle acquee reflue e dei rifiuti.
  • Il Cambiamento Climatico: l’impatto del cambiamento climatico, dei conflitti e dei disastri naturali sui sistemi idrici urbani e sulla gestione dei rifiuti.
La Giornata Mondiale dell’Acqua 2011 vedrà coinvolti i leader ai massimmi livelli e sarà l’occasione per lanciare una serie di iniziative che cercheranno di raggiungere un vastissimo pubblico per l’anno corrente e quelli a venire.  Di massima importanza sono considerati la partecipazione di massa e lo scambio di esperienze.
Non solo, La Giornata Mondiale dell’Acqua 2011 cercherà di coinvolgere il settore della salute, dell’economia, delle infrastrutture così come quello scolastico, energetico e ambientale affinché tutti abbiano un ruolo nella luzione della complessa questione urbana.
La città che ospita gli eventi principali a livello mondiale quest'anno è Cape Town, ma ovunque saranno  numerose le iniziative di sensibilizzazione.

Tutte le informazioni: http://www.worldwaterday2011.org/

22 febbraio 2011

Che facebook sia green!

Facebook deve passare al più presto alle energie rinnovabili. Seguendo il pressante invito di Greenpeace, Facebook sta iniziando a fare qualcosa, ma si sta muovendo con troppa lentezza. Inoltre ci sono scelte in controtendenza: l’energia elettrica del nuovo stabilimento nell’Oregon, sarà prodotta per il 60% con il carbone.
Per questo Greenpeace ha imposto una scadenza: Facebook libero da energie fossili entro la prossima Giornata della Terra, 22 aprile 2011 per passare ad alimentarsi con energia rinnovabile.
Aderisci anche tu al gruppo Unfriend coal per partecipare a questa campagna. Fai login: Facebook per migliorare ha bisogno anche del tuo intervento.


ORA DELLA TERRA 2011 - Sabato 26 Marzo 2011, dalle 20.30 alle 21.30






ll più grande evento globale del WWF: ogni anno più di un miliardo di persone in oltre 120 paesi del mondo spengono simbolicamente la luce per un’ora.
L’obiettivo di Earth Hour 2011 è coinvolgere Istituzioni, Cittadini e Aziende ad andare “Oltre
l’ora” impegnandosi non solo a spegnere le luci durante l' Earth Hour ma anche, manifestando
attraverso diverse azioni o attraverso degli eco-consigli, l'impegno nei confronti del pianeta.
Il cittadino che rinuncia all' auto un giorno a settimana, una scuola che installa pannelli solari sul
tetto, un comune che costruisce piste ciclabili, ed ogni piccola azione contribuisce a proteggere
l'unico pianeta che abbiamo.
Ogni piccolo gesto fa la differenza.




WWF - ORA DELLA TERRA

17 febbraio 2011

Marea Nera in Sardegna


(da http://www.youtube.com/)

Inquinamento dell'acqua nel mondo - ¡MOSQUITO!


(da http://www.youtube.com/ )

Inside Chernobyl's Powerplant Sarcophagus



(Da http://www.youtube.com/ )

viaggio all'interno della miniera crollata



(da http://www.youtube.com/ )

DISASTRO MINERARIO

L'estrazione del carbone, storicamente, è stata un'attività estremamente pericolosa.
La legislazione in materia di sicurezza sul lavoro è stata ovunque a lungo assai carente in campo minerario
Fu proprio nelle miniere di carbone che avvennero i più gravi incidenti minerari negli Stati Uniti d'America (Monongah, West Virginia, 6 dicembre 1907, 362 vittime) e in Europa (Disastro di Marcinelle 8 agosto 1956 , 262 morti, Courrières, Francia, 10 marzo 1907, 1099 morti).
I rischi di miniere a cielo aperto sono principalmente l'insufficienza nelle pendenze, i crolli sotterranei dei tetti della miniera e le esplosioni di gas. La maggior parte di questi rischi possono essere ampiamente ridotti nelle miniere moderne e i molteplici incidenti fatali sono adesso rari nel mondo sviluppato.
Miglioramenti nei metodi estrattivi (per esempio estrazioni lungo il muro), drenaggio del gas, lampade di sicurezza e l'aerazione hanno ridotto molti di questi rischi. Nei paesi meno sviluppati, comunque, muoiono ancora in migliaia in miniere di carbone.
La Cina particolarmente è il leader mondiale nelle morti collegate all'estrazione del carbone, con stime ufficiali di circa 6000 morti nel 2004. Stime non ufficiali pongono le cifre molto più in alto, circa a 20.000 morti. La Cina è inoltre il leader mondiale nella produzione di carbone e nel suo consumo.
Le malattie croniche ai polmoni, come la pneumoconiosi sono comuni ai minatori, causando un'aspettativa di vita ridotta per gli occupati.
Solamente negli ultimi mesi del 2010, sono state rese pubbliche le notizie di diversi incidenti in diverse miniere. Il 16 ottobre 2010 il disastro in provincia di Henan in Cina, causato da un'esplosione di gas e polvere di carbone, l'esplosione ha provocato la morte di 37 minatori. Scenario simile in Cile dove 34 minatori sono rimasti intrappolati in una piccola miniera nel nord del Cile, a 450 km da Santiago, salvati miracolosamente solo dopo due mesi e dieci giorni di agonie. Lo stesso non è stato invece possibile notificare per i minatori della Pike River Mine in Nuova Zelanda, dove nel novembre 2010 hanno trovato la morte 29 minatori.
Le nuove sfide rivolte ad uno nuovo sviluppo sostenibile legato alle energie da fonti rinnovabili, vuole mirare anche ad una qualità lavorativa lasciando al passato i disastri causati dalle fonti fossili, principalmente i disastri ecologici causati da petrolio e carbone.

L'estrazione del carbone provoca frequentemente impatti ambientali significativamente diversi. L'industria mineraria a cielo aperto distrugge tipicamente molto del valore ambientale nel terreno attraverso cui passa. Tutte le forme di industria mineraria generano con ogni probabilità aree in cui il carbone viene impilato e dove il carbone ha un contenuto solforico significativo, come i cumuli di carbone che generano un drenaggio acidico particolarmente ricco di metallo quando viene esposto a precipitazioni piovasche normali. Questi liquidi possono provocare gravi danni ambientali ai corsi d'acqua ricettori. Inoltre i mucchi di scorie sono soggette a scivolamenti, come il disastro di Aberfan che ha ucciso 144 persone nel 1966.

(da http://www.wikipedia.org/ )

INQUINAMENTO RISORSE IDRICHE

L'inquinamento idrico è un'alterazione degli ecosistemi che hanno come componente fondamentale l'acqua.
Esso è causato da numerosi e differenti fattori, quali gli scarichi diretti o indiretti di attività industriali o delle normali attività umane (come i liquami domestici) che giungono nei fiumi, laghi e mari dai grandi centri urbani senza opportuno trattamento.
L'inquinamento delle acque può derivare anche da cause accidentali, ad esempio gli incidenti alle petroliere.


Le cause
Il tipo di alterazione sui sistemi idrici può essere di natura chimica o batterica, e le conseguenze possono arrivare a mettere in pericolo la salute della flora e della fauna coinvolta, fino agli uomini, nuocendo il sistema ecologico, alle riserve idriche per uso alimentare, e compromettendo le attrattive turistiche di alcune aree od ostacolare altri usi legittimi delle acque.
Inquinamento idrico è anche lo scarico in bacini idrici di acque a temperature molto elevate, provenienti dai sistemi di raffreddamento delle fabbriche e delle industrie, che portano allo squilibrio dello stato termico dell'acqua e uccidono le forme di vita presenti in essa.
L'inquinamento fluviale da parte degli scarichi agricoli causa l'eutrofizzazione dove i fosfati e i nitrati rilasciati alimentano le alghe che consumano ossigeno e soffocano la vita animale e vegetale.
L'inquinamento delle acque oceaniche è sviluppato oltre che dalla dispersione di idrocarburi (provocati dal rovesciamento di cisterne navali), anche da alcuni sottomarini a propulsione nucleare che, rimasti affondati sui fondali, col passare del tempo verranno corrosi dalla salsedine, con conseguente rilascio di sostanze radioattive. È anche causato da petroliere che nei giorni di nebbia vengono portate a largo dove vengono ripulite da cima a fondo. Tutto il petrolio rimasto nella nave viene rigettato in acqua.
(da http://www.wikipedia.org/ )

DISASTRO NUCLEARE

Un incidente nucleare o incidente radiologico è un evento in cui si produce un'emissione di materiale radioattivo o un livello di radioattovità suscettibile di apportare pregiudizio alla salute pubblica. Può prodursi in una centrale elettronucleare o in un impianto nucleare militare o civile, oppure anche in stabilimenti dove vi sia un'attività legata alla manipolazione di elementi radioattivi come nei reparti radiologici degli ospedali, in laboratori di ricerca, in impianti di produzione del combustibile o di manipolazione delle scorie radioattive.


Allo scopo di misurare la gravità di un incidente nucleare è stata stabilita una scala internazionale, la scala INES, che classifica tutti gli eventi nucleari. Gli incidenti nucleari corrispondono ai livelli più alti della scala INES, dal 4 al 7. I livelli più bassi, da 0 a 3, sono riservati ai guasti che presentano un impatto lieve all'esterno dell'impianto e con esposizione radiologica della popolazione circostante entro i limiti prescritti.

I rischi connessi con lo svolgimento di attività che fanno uso di materiali e sorgenti nucleari sono generalmente ben controllati, e le misure radioprotezionistiche riducono a livelli minimi l’esposizione dei lavoratori e della popolazione. Situazioni anomale possono tuttavia insorgere in seguito all’instaurarsi di condizioni incidentali negli impianti o alla occasionale perdita del controllo su attrezzature e materiali radioattivi. Gli incidenti di questo tipo possono talvolta tradursi nell’esposizione dei lavoratori e della popolazione, con implicazioni che possono essere anche molto gravi.
I settori nei quali si sono verificati incidenti nucleari di questo genere sono sostanzialmente tre: quello delle applicazioni militari, quello delle applicazioni energetiche e quello delle applicazioni sanitarie. 
L’analisi degli incidenti avvenuti nel passato insegna ad utilizzare tutte le metodologie e le tecniche disponibili per ridurre al minimo la possibilità di incidenti che comportino rischio per i lavoratori e gli individui della popolazione. La maggior parte dei suddetti incidenti ha riguardato i paesi tecnologicamente meno evoluti; ciò non fa tuttavia venir meno l’esigenza di disporre nel Paese di presidi tecnici ed organizzativi adeguati, sia per evitare il verificarsi di incidenti di questa natura sul territorio nazionale, sia per fronteggiare rischi dovuti all’illecita o fortuita introduzione di sorgenti, ad esempio nel commercio di rottami metallici.
(da www.sogin.it Società Gestione Impianti Nucleari)

DISASTRO PETROLIFERO

Per disastri petroliferi si intendono disastri ambientali causati dal petrolio.

In particolare la fuoriuscita del petrolio dalle petroliere, in inglese oil spill ed in ambito specialistico italiano frequentemente traslato in spillamento (o meglio: sversamento), compromette gravemente l'ambiente marino. Infatti il petrolio ha un peso specifico minore dell'acqua, per cui inizialmente forma una pellicola impermeabile all'ossigeno sopra il pelo libero dell'acqua, causando oltre agli evidenti danni per fenomeni fisici e tossici diretti alla macrofauna, un'anaerobiosi che uccide il plancton. La successiva precipitazione sul fondale replica l'effetto sugli organismi bentonici. La bonifica dell'ambiente danneggiato richiede mesi o anni.
Il rilascio del petrolio è in genere causato dall'attività umana, tuttavia può in certi casi essere causato da eventi naturali, quali ad esempio fratture del fondo marino. Non è facile stabilire la quantità di idrocarburi che si perde ogni anno in mare, tuttavia le stime di tali perdite sembra che si aggirino su una media di 4 milioni di tonnellate l'anno per tutto il pianeta e di 600.000 tonnellate per il solo Mediterraneo. Il petrolio ha effetti dannosi agli animali che si immergono in queste perdite delle navi petrolifere. Negli uccelli il petrolio penetra nel piumaggio, riducendo la capacità di isolante termico (rendendo gli animali vulnerabili alle escursioni termiche ambientali) e rendendo le piume inadatte al nuoto e al volo, per cui gli uccelli non hanno la possibilità di procacciarsi il cibo e di fuggire dai predatori. L'istinto degli uccelli li porta a pulirsi il piumaggio con l'uso del becco, ma in questa maniera ingeriscono il petrolio, con effetti nocivi per i reni, il fegato e l'apparato digerente; questi ultimi effetti all'organismo, assieme all'incapacità di procurarsi il cibo, porta alla disidratazione e a squilibri nel metabolismo. A questi disturbi possono aggiungersi effetti, che per un meccanismo a cascata si ripercuotono in alterazioni ormonali. Il petrolio grezzo infatti possiede spesso una carica elevata di composti aromatici policiclici, spesso coinvolti in meccanismi biologici nel vasto ambito degli interferenti endocrini.

 Allo stesso modo degli uccelli, i mammiferi marini che sono esposti al petrolio presentano sintomi simili a quelli che si hanno negli uccelli: in particolare la pelliccia delle lontre di mare e delle foche perdono il loro potere di isolante termico, causando ipotermia.

(da http://www.wikipedia.org/ )

I DISASTRI AMBIENTALI

Nella storia dell'uomo si sono verificati numerosi disastri ambientali, che possono essere suddivisi in:
  • disastri petroliferi
  • disastri nucleari
  • disastri dovuti all'inquinamento delle risorse idriche
  • disastri minerari
  • altri (chimici e petrolchimici, per alterazione degli equilibri tra specie animali e vegetali, legati all'azione militare e bellica, ecc...)

11 febbraio 2011

Cos'è'?

Si configura come disastro ambientale un fenomeno con una vasta ricaduta sull'ambiente, naturale e non, inteso in senso biologico, che risulti catastrofico per:
  • la numerosità degli organismi viventi coinvolti;
  • la gravità degli effetti su tali organismi;
  • la vastità del territorio interessato.

Si includono, per rischi corsi potenzialmente catastrofici, anche i disastri ambientali sfiorati.
Gli eventi possono essere causati o incentivati dall'azione d'una determinata specie animale, generalmente l'uomo. L'uomo stesso ed il suo territorio sono naturalmente ascritti all'insieme considerato, e soggetto a disastro. Meno frequente invece che il disastro provenga da parte dell'azione di altre razze animali: generalmente si tratta di razze non autoctone ma introdotte artificialmente che distruggono un habitat creato nel tempo e senza la loro presenza.
Possiamo distinguere fra:
  • disastri provocati dall'azione diretta dell'uomo e dalle sue attività; 
  • disastri provocati da altre razze animali.
Il disastro ambientale non si deve confondere con i disastri naturali o calamità naturali, ascrivibili a eventi del tutto naturali. Spesso tuttavia questi fenomeni naturali ricevono un effetto di amplificazione a causa delle attività antropiche, sfumando facilmente il confine tra le due categorie. Ad esempio, la deforestazione di un'area collinare, quindi un diretto disastro ambientale, può trasformare un relativamente innocuo nubifragio in una frana devastante, che senza l'intervento dell'uomo sarebbe classificato un disastro naturale.

(da http://www.wikipedia.org/ )